giovedì 7 luglio 2011

Bibliografia e sitografia

Per ulteriori informazioni o approfondimenti:
  • B.Q. Borghi "Nido D'infanzia 1. Buone pratiche e problemi degli educatori" Edizioni Erikson 2007
  • D'Orico L. CasibaR., "Osservare per educare", Carocci, Roma, 2006
  • Appunti e discussioni avvenute durante il corso di Programmazione e Valutazione educativa, Prof. E. Restiglian
  • Appunti acquisiti durante il corso di Psicologia dello sviluppo e delle relazioni familiari con osservazione dei processi di sviluppo infantile, Prof. D. Lucangeli
  • Appunti e discussioni avvenute durante il corso di Neuropsichiatria infantile, Prof. E. Donidotti

Dalla teoria alla pratica.. alcune proposte di lavoro! LA CONQUISTA DEL VASINO!

Dopo una fase puramente introduttiva, seguita da un approccio più diretto con l'argomento (restante estraneo tuttavia alla realtà effettiva), dovrebbe seguirne una più concreta, nella quale si chiede al bambino se si sente pronto a togliersi il pannolino e ad usare il vasino o il water. Questa fase è senz'altro quella più delicata, in quanto costituisce il momento in cui viene chiesto al bambino di mettersi in gioco in prima persona. Mentre nelle fasi precedenti il vasino veniva usato per esempio dai personaggi delle storie, ora è il bambino stesso che deve farne un uso concreto. Prima ancora di usare il vasino, però, deve accettare l'idea di togliere il pannolino e di stare senza. Ecco dunque che ci si chiede: "Come farglielo accettare?". A tal proposito si consiglia di collocare questo passaggio nei mesi estivi, in quanto l'arrivo del caldo può indubbiamente favorirlo. Il pannolino, infatti, in questo periodo provoca irritazioni della pelle per via dell'aumentata sudorazione ed è così che i bambini in estate possono farne volentieri a meno. Anche se questa non è una vera e propria  accettazione, costituisce però un importante condizione per raggiungerla. Come si è detto più volte il controllo sfinterico non è immediato per cui anche se il bambino desidera che gli venga tolto il pannolino, ciò non significa che abbia acquisito immediatamente la consapevolezza degli stimoli del proprio corpo. Tale decisione, probabilmente, anzi sicuramente, è dettata più che da un fastidio che da una voglia di autonomia. Gli adulti di riferimento (educatrici e genitori) devono a questo punto aiutare il bambino ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e delle sue relative funzioni.

Come procedere

1. Il primo passo verso l'autonomia è di chiedere al bambino di togliere il pannolino e di mettere le mutandine. Questa richiesta non dovrà essere vissuta dal bambino come un'imposizione o un ordine, ma l'educatrice dovrà fare in modo che parta dal bambino la voglia di assecondarla. Affinché aumenti la probabilità che ciò accada, l'adulto potrà fare riferimento al famoso percorso di lettura animata della prima fase. Nel caso in cui il bambino manifesti disagio nel togliere il pannolino o nell'avvicinarsi al vasino, l'educatrice potrà raccontargli una storia che gli aveva già raccontato altre volte soffermandosi sui passaggi più importanti e provando a mettere i bambini nei panni del protagonista. Si potrebbe chiedere al bambino :" Ti ricordi di X? X era contento di stare senza pannolino... prova anche tu dai!". Ricordiamo che il bambino in tale passaggio deve essere costantemente supportato e rassicurato.




2. Una volta che il bambino rimane solo con le mutandine deve sperimantare il fatto di sentirsi bagnato o sporco. Fare la pipì o la cacca nelle mutandine serve al bambino per prendere coscienza di questa operazione. Senza un contenimento la pipì scivola lungo le gambe o la cacca rimane nelle mutandine sporcandole. Questo fatto le prime volte, segna un momento molto importante. Da un punto di vista cognitivo il bambino si rende conto che è successo qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre volte e deve capire cosa, come e perché è successo. Da un punto di vista emotivo, egli infatti, mostra un grande stupore tant'é che si sorprende e a volte può mostrare un grande interesse per i suoi prodotti. L'adulto a questo punto lo aiuta a comprendere come funziona il suo corpo e come restare pulito senza avere bisogno del pannolino.

3. Qualora il bambino diventi consapevole del proprio corpo ( avverte lo stimolo e avvisa l'adulto di riferimento, denomina parti del corpo e dell'apparato genitale, indica con i relativi nomi i propri prodotti quando li fa o sente per farli, prova fastidio a stare sporco o bagnato e comunica il desiderio di essere cambiato), è a quel punto che lo si invita a stare seduto sul vasino e a provare a fare lì i propri bisogni fisiologici. Tuttavia non bisogna escludere il fatto, che potrebbe in ogni caso esprimerci il suo disappunto. Questo stato di disagio potrebbe nascere dal fatto di sentirsi teso e sotto pressione o dal fatto che, mentre prima (durante il gioco) gli si permetteva di stare seduto con i vestiti ora gli si chiede di farlo senza. Una soluzione al primo punto potrebbe essere quella di creare un contesto tranquillo e di distrarre il bambino nel momento in cui decide di sedersi, raccontandogli una storia o dandogli in mano un rotolo di carta igienica con cui giocare. Una volta che il bambino è seduto sul vasino, ciò non implica il fatto che di lì a pochi secondi farà la pipì o la cacca. Potranno passare svariati minuti o potrà addirittura non farla. Se il bambino desidera alzarsi l'adulto cercherà di non insistere e proverà in un secondo momento, se invece resterà seduto aspetterà con pazienza che avverta lo stimolo per farla. Una soluzione al secondo punto, potrebbe essere quella di osservare i propri compagni. Il momento dell'educazione al vasino viene proposto, infatti, come momento collettivo che s trasforma in un'occasione di alta socializzazione all'interne del quale i bambini possono interagire tra di loro e apprendere gli uni dagli altri. Può capitare così, che osservando i propri compagni o i bambini più grandi sia spinto dalla tendenza ad imitare quanto stanno facendo.

4. I bambini verranno seguiti e accompagnati quotidianamente dal gruppo delle educatrici al nido e dai loro genitori a casa. Giorno dopo giorno, diventeranno sempre più sicuri del loro corpo conquistando così più facilmente la loro autonomia. Avvertire lo stimolo, comunicarlo, fare i bisogni nel vasino e desiderare di essere cambiati diventeranno a poco a poco azioni abituali che entreranno a far parte delle routine di ciascuno.










lunedì 4 luglio 2011

Dalla teoria alla pratica.. alcune proposte di lavoro e qualche passetto in più!

Dopo una fase introduttiva, durante la quale il bambino ha modo di familiarizzare con l'argomento, sarebbe bene continuare e procedere con una fase più concreta in cui possa mettersi alla prova in prima persona. Ciò che si propone in questa fase è un approccio concreto del vasino o del water, a seconda di quello che il bambino si sente di fare. L'idea non è quella di far usare questi oggetti nella loro funzione primaria e quindi di usarli direttamente per fare la pipì e la cacca, ma si cercherà piuttosto di innescare nel bambino il desiderio di prenderci confidenza e di volerli usare in alternativa al pannolino. Come nella fase precedente l'obiettivo sarà quello di proporre la familiarizzazione dell'oggetto e di accantonare per il momento l'idea di farglielo usare concretamente. Dal momento che per il bambino diventa tutto più semplice se lo si pone in un contesto di gioco, per realizzare il nostro obiettivo propongo qui di seguito un'attività che sfrutta la capacità simbolica e rappresentativa propria dei bambini intorno ai 18-24 mesi d'età.

immagine presa da:   http://blogdisalvataggio.blogspot.com/2010/03/vasini.html

Attività:  VASINO,
BRUM BRUM!








DESTINATARI
Bambini aventi un'età compresa tra i 18-36 mesi.

TEMPI E SPAZI
Si prevede una durata dell'attività che va dai 20 ai 30 minuti circa. L'attività si svolgerà all'interno del contesto sezione.

      
- favorire lo sviluppo della creatività;
- favorire il gioco simbolico;
- utilizzare oggetti e situazioni reali elaborandoli con originalità;
- favorire l'immedesimazione in un percorso fornito dall'educatrice;
- familiarizzazione dell'oggetto.

OBIETTIVI SPECIFICI
- saper indicare e chiamare con il nome corretto l'oggetto con cui si gioca (vasino o vasetto);
- non aver paura dell'oggetto;
- sapersi appoggiare concretamente sul vasino assumendo dunque una posizone comoda con il culetto e le gambe;
- alzarsi senza difficoltà e senza cadere;
- imitare persone reali alla guida (mamma, papà, baby sitter...).

MATERIALI DI LAVORO
Vasini, rotolidi carta igienica e qualsiasi altro oggetto a discrezione della fantasia e della creatività del bambino.

SVILUPPO
L'educarice invita i bambini a trasformare i vasini in macchinine e ad usare i rotoli di carta igienica al posto dei volanti o delle ruote. Prima che i bambini partano ognuno con la propria macchinina, si costruiscono delle piste con i vari pezzetti di carta igienica. a quetso punto ciascun bambino può salire sulla propria macchinina e far finta di guidare per le strade della città! L'educatrice può far finta di essere il semaforo e di bloccare o lasciar passare i vari bimbi! Può far finta anche di chiedere al bambino di accompagnarla da qualche parte e farsi dire dove vorrebbe andare. L'adulto deve assecondare il gioco del bambino e farsi portare dove vuole lui con la sua "macchinina" (a casa sua o a casa della nonna, al parco...).

VARIANTE
Se al bambino non piace l'idea della macchinina si può chiedere dove gli piacerebbe salire (il vasino potrebbe diventare un cavallo, un cagnolino, una sedia...).

sabato 2 luglio 2011

Dalla teoria alla pratica... alcune proposte di lavoro!

Come è già stato ripetuto più volte è importante lasciare libero il bambino nella decisione di togliere o meno il pannolino e di non forzarlo nella sua scelta. Ciò però non esclude il fatto di poterlo abituare all'idea di abbandonare il panno, ricorrendo a degli approcci più indiretti. Iniziare precipitosamente potrebbe procurare un blocco psicologico al bambino, con la conseguenza di posticipare di gran lunga il momento più opportuno per togliere il pannolino. Se il bambino invece, viene preparato psicologicamante e lo si avvicina gradualmente all'argomento, tutto può diventare più semplice e agevolare il grande passo. La prima cosa da fare dunque è quella di avviare e accompagnare il bambino in un percorso che lo aiuti a familiarizzare con l'idea di fare a meno del pannolino e cominciare ad usare il vasino o il water.  A tal proposito si propone un percorso di lettura animata, attraverso cui si cercherà di attirare l'attenzione del bambino sull'argomento presentandogli storie accattivanti e originali. Ricordiamo che abbiamo di fronte dei piccoli interlocutori, per cui in questa fase solamente introduttiva non bisogna pensare di condurre delle "lezioni frontali", ma il tutto dovrà essere presentato sotto forma di gioco! A partire, infatti, dalla capacità di immedesimazione totale che i bambini hanno nel momento in cui li si pone nella condizione di potersi calare in una realtà fittizia, si cercherà di sollecitare la loro fantasia e di farli identificare con i personaggi della storia. Così facendo, potranno sentirsi liberi di seguire le azioni dei protagonisti, decidere o meno se fare come loro e compiere dunque dei passi in avanti verso la loro autonomia. In questa fase non si fa altro che fornire ai bambini dei piccoli input che saranno colti o meno da loro stessi.
Durante la mia esperienza di tirocinio (che sto tuttora svolgendo), ho realizzato presso l'ente in cui sono ospite un piccolo progetto riguardante il controllo sfinterico e ho attuato con un piccolo gruppo di bambini il percorso di lettura sopra citato. Ai bambini è piaciuto molto e c'è stato anche qualche risultato piuttosto soddisfacente. Consiglio dunque a chi fosse interessato ad avviare un percorso di educazione al controllo degli sfinteri, di ricorrere al mondo della letteratura, in quanto valido strumento per ottenere grandi risultati con i bambini. Le storie devono essere chiare e semplici sia per quanto riguarda il testo, che le immagini. In questo modo i bambini faranno meno fatica a seguire la trama e si sentiranno maggiormente coinvolti.
Propongo qui di seguito i titoli di alcune storie:




B. Charlat, Caccanimali, Milano, Ape Junior, 2005;
                                                        
G. Van Genechten, Posso guardare nel tuo pannolino, Amstedam, Cornaredo: Clavis Il castello, 2009;






M. Nava, D. Giucciardini, Basta pannolino, "I senza parole", Lapis, 2009.