mercoledì 23 febbraio 2011

Freud e le fasi dello svoluppo psicosessuale (2°parte)

Come si è detto precedentemente Freud propone la suddivisione dello sviluppo libidico in tre fasi: la fase orale, la fase anale e la fase fallica e ciascuna di queste fasi è legata ad una zona erogena, che in quel periodo svolge un ruolo principale nella vita libidica. Con zona erogena s'intende ogni parte del corpo e del rivestimento cutaneo e mucoso che, opportunamente stimolata provoca eccitamento pulsionale, quindi una sensazione di piacere. In generale dunque, si può definire la zona erogena come una fonte pulsionale. Le parti del corpo che sono maggiormente esposte a stimoli di questo tipo, sono quelle legate al soddisfacimento dei bisogni organici e la motivazione è data dal fatto di essere connesse a organi vitali. Arriviamo così alle tre zone/fonti maggiormente investite da un punto di vista pulsionale, che sono la zona orale, la zona anale e la zone fallica-clitoridea.
La zona orale (che corrisponde alla fase orale e dura fino a un anno e 1/2) è la prima zona ad essere investita come fonte pulsionale ed è stimolata dalla suzione. Quando il bambinofa esperienza della suzione, il piacere che priva genera lo stto di bisogno e di eccitazione pulsionale, che ne induce la ripetizione. Il piacere che provoca la suzione è inipendente dalla necessità di nutrirsi: ciò è evidente  quando si osserva la funzione calmante che ha sul neonato il succhiare il pollice o il succhiotto.
La zona anale (che corrisponde alla fase anale e dura all'incirca fino i tre anni) comprende l'estremità inferiore del canale alimentare ed è connessa alla funzione del controllo degli sfinteri. Viene investita pulsionalmente in un periodo successivo all'investimento sulla zone orale. La sua stimolazione è legata all'espulsione/ritenzione delle feci, il bambino in questa fase infatti è spinto a fare una specie di giochetto tra il trattenere ed espellere le feci in quanto questo gli provoca una sorta di piacere.
In un'ultima analisi abbiamo la zona fallica (che corrisponde alla fase fallica clitoridea e dura dai tre ai cinque anni), che viene investita dopo la zona orale ed è stimolata dalla minzione o dalla manipolazione dei propri organi sessuali. Il bambino, infatti, in questa fase sposta la sua atttenzione sulla parte dei genitali che sono il glande nel maschio e il clitoride nella femmina. Si tratta di una fase di grande scoperta, dove il bambino comincia a notare le prime differenze anatomiche tra maschi e femmine e comincia inoltre a gettare le basi per la costruzione della propria identità sessuale.
Ogni zona ha la sua funzione e il suo peso nella crescita di ciascun bambino ed è per questo che non devono essere saltate per nessun motivo, ma anzi una volta individuate ne deve essere agevolato e facilitato il passaggio dall'una altra. Affinchè il bambino cresca sanamente è indispensabile che riesca a passare da una zona a quella successiva nei tempi in cui solitamente ciò avviene ed è importante inoltre che la zona erogena  in quel momento interessata, non subisca alcun tipo di alterazione positiva o negativa che sia. Con ciò s'intende eccessivo sodisfacimento o eccessiva frustrazione dei bisogni pulsionali come conseguenza ad esempio di intense esperienze affettive, piacevoli o dolorose. (Per ulteriori approfondimenti consultare il sito http://www.ass-arcano.it/freud/fre5.htm).

venerdì 11 febbraio 2011

Freud e le fasi dello sviluppo psicosessuale (1°parte)

Nel post precedente si era accennato ad alcuni studi freudiani condotti in merito allo sviluppo pisicosessuale e con particolare riguardo al fatto che, anche nella sessualità infantile la sensazione di piacere diviene un punto fondamentale. Vediamo insieme di analizzare e capire i principali punti di tale questione.
Innanzitutto Freud individua lo sviluppo psicosessuale sulla base dello sviluppo libidico, il quale a sua volta è basato sulle pulsioni. Gli elementi che costituiscono la pulsione sono: la spinta ossia il fattore quantitativo di cui è dotata ogni pulsione, la fonte ossia l' origine interna di ogni pulsione definita come luogo (zona erogena, organo,apparato) o processo somatico che viene definito come eccitazione, la meta vale a dire l'attività a cui spinge la pulsione e che porta ad una risoluzione della tensione interna (soddisfacimento) e l'oggetto che rappresenta sia il fine che il mezzo attraverso il quale la pulsione raggiunge la sua meta, cioè un certo tipo di soddisfacimento. La pulsione dunque è la spinta, la carica energetica o ancora il fattore di motricità che fa tendere l'organismo verso una meta. La pulsione ha la sua fonte in una eccitazione somatica (stato di tensione), la sua meta è di sopprimere la stato di tensione che regna nella fonte pulsionale; la pulsione può raggiungere  la sua meta nell'oggetto o grazie ad esso.
Dopo tale premessa, passiamo agli studi che Freud ha condotto in merito alla sessualità infantile. Raccolti nei Tre saggi sulla teoria sessuale, essi sono una descrizione dello sviluppo genetico della sessualità infantile diviso in tre importanti fasi : la fase orale, la fase anale e la fase fallica. Prima di andarle a vedere nel dettaglio però, e di capire il nesso tra il nostro principale argomento e il tema di cui si sta trattando è necessario fare una precisazione: il modello di sviluppo della libido proposto da Freud è di tipo epigenetico. In generale, si definisce il Modello Epigenetico come una mappa integrale, funzionale a dare una visione integrale dell'essere umano e della sua perfettibiltà in ogni ambito e Freud ha cercato di fare questo nell'ambito sessuale attraverso l'individuazione di varie fasi. Fasi che non si delimitano ad un breve arco di vita, ma che si protendono lungo l'intero cammino evolutivo durante il quale si sviluppano continuamente nuove strutture formando con le precedenti un tutto unitario e coerente con la crescita propria di ogni individuo o più precisamente con il processo biologico di maturazione dell'individuo stesso. Da ciò si intuisce che la fonte pulsionale (punto cardine della sessualità secondo Freud), nonostante abbia un ugual peso tanto per la sessualità adulta quanto per quella infantile, differisce però per il grado di maturazione fisica, fisiologica, psicologica, neurologica che vi è tra adulto e bambino. Parlare di sessualità infantile dunque non è la stessa cosa che parlare di sessualità adulta, anche se è pur vero che le due non possono comunque essere completamente slegate l'una dall'altra dal momento che la sessualità adulta trova le sue fondamenta in quella infantile.

domenica 6 febbraio 2011

Lo sviluppo psicosessuale e il controllo sfinterico

Un aspetto da non sottovalutare quando si parla del controllo sfinterico, è lo sviluppo psicosessuale del bambino. Innanzitutto bisogna chiarire il termine psicosessuale, con il quale si usa definire lo sviluppo e il funzionamento della personalità in quanto essi possono essere influenzati dalla sessualità dell'individuo. quest'ultima a sua volta dipende essenzialmente da quattro fattori: identità sessuale, identità di genere, orientamento sessuale e comportamento sessuale. Rispetto ai quattro sono i primi due a interessarci in quanto è in merito ad essi che il bambino comincia a conoscersi e a delinearsi sia fisicamente che psicologicamente. L'identità sessuale è costituita dalle caratteristiche biologiche di una persona: cromosomi, genitali esterni, genitali interni , composizione ormonale, gonadi e caratteristiche sessuali secondarie. L'identità di genere invece è quella sensazione di appartenere o meno a un sesso ed è quindi la sensazione di sentirsi maschio o femmina e che dovrebbe in uno sviluppo normale rispecchiare coerentemente l'identità sessuale. Il bambino soprattutto nei primi anni di vita, non è assolutamente estraneo a tutto questo e non si può nemmeno considerarlo tale.
Prima di approfondire il discorso è essenziale chiarire anche un altro punto, ossia che cosa s'intende con il termine di sessualità quando viene riferito all'infanzia. Quando si parla di sessualità spesso s'incorre nell'errore di associarla alla "pratica sessuale" e se così fosse sorgerebbe spontaneo chiedersi che cosa possa effetivamente centrare con l'infanzia e più propriamente con bambini aventi un'età compresa tra gli 0 e i 3 anni. Consultando invece un manuale di neuropsichiatria o in alternativa navigando su internet alla ricerca del significato, si scopre che attorno a tale termine si articola un discorso ampio e complesso. La sessualità, dunque, in ambito umano si profila come un aspetto fondamentale e complesso del comportamento che riguarda da un lato gli atti finalizzati alla riproduzione e alla ricerca del piacere e da un altro anche gli aspetti psicologici, sociali e culturali che si sono evoluti in relazione alle caratteristiche diverse del genere maschile e femminile. Tale termine dunque non si esaurisce certo nel puro atto sessuale, ma riguarda l'intera crescita dell'individuo e coinvolge tutta la sua vita relazionale da un punto di vista biologico, psicologico e culturale.
Dopo tale premessa, nel momento in cui allora si parla di infanzia e sessualità si intuisce come quest'ultima possa rappresentare uno straordinario mezzo di conoscenza per il bambino. Il bambino infatti fortemente incuriosito dal suo corpo ma anche dal corpo degli altri, dalle idee o dagli stereotipi che ne ruotano attorno, dal suo funzionamento e dagli eventuali cambiamenti che può subire comincia a conoscersi da un punto di vista fisico ma anche psicologico, a notare le differenze o le somiglianze e a porsi degli importanti interrogativi. Un riscontro di tutto ciò può essere dato dal fatto che già a 2-3 anni il bambino sembra riconoscere la sua appartenenza ad un sesso e questo succede perché innazitutto arriva a capire la propria identità di sessuale e a interiorizzare conseguentemente anche la propria identità di genere.
Il bambino prima di arrivare a questo importante passo, spinto come si è già detto da una forte curiosità sessuale osserva, sperimenta e manipola il proprio corpo scoprendo dunque anche il proprio organo genitale, il suo funzionamento e il proprio sesso.
La scoperta del sesso si accompagna così alla sua manipolazione. Integrata, inizialmente verso i 6-7 mesi negli schemi sensomotori che favoriscono la scoperta del corpo, la manipolazione dell'orgno sessuale diviene ben presto un'attività a sé stante in cui la ricerca di un piacere masturbatorio diviene essenziale. Anche nella sessualità infantile la ricerca del piacere è un punto cardine, su cui però ritorneremo a parlarne prossimamente proponendo alcuni studi che Freud ha fatto al riguardo.
Dopo tale digressione, riprendiamo il discorso dicendo che le prime manipolazioni sessuali più precoci (dai 6-7mesi) incluse negli schemi senso motori sono possibili solo nel maschio per motivi di configurazione anatomica dove la sessualità dei bambini infatti è ben visibile e reperibile a differenza delle bambine.
vere e proprie masturbazioni compaiono verso i 2-3 anni, sia nel maschio che nella femmina, decrescono per 1-2 anni , riprendono poi intensamente tra i 5-6 anni sia come masturbazione diretta sia come attività ritmica: dondolamento del corpo, flesso-estensione delle cosce, ecc. Da questo punto di vista la bambina scopre non solo il suo clitoride ma anche la sua vagina proprio come il maschio scopre il pene.
Ecco allora che questa fase di scoperta in concomitanza con l'inizio dell'educazione al controllo sfinterico è di importanza assoluta. Il bambino in questa fase di scoperta non solo ha un approccio diretto con alcune parti del suo corpo, ma ciò lo induce anche a scoprirne il funzionamento e tutti gli stimoli che le investono imparando così (sollecitato magari da figure adulte) ad ascoltarli e a controllarli. A proposito di figure adulte, l'adulto gioca un ruolo molto importante, in quanto può fungere da modello agli occhi del bambino. Il bambino, infatti, identificandosi con la figura parentale dello stesso sesso è spinto ad imitare i comportamenti e gli atteggiamenti della madre o del padre. Questo principio di imitazione può essere accentuato ancora di più, nel momento in cui oltre ai genitori il bambino può confrontarsi anche con fratelli o sorelle. La curiosità sessuale del bambino è normale essere volta non solo nei confronti del proprio corpo, ma anche verso la sessualità adulta dalla quale notando somiglianze e differenze vi è un'ulteriore conoscenza e affermazione di sé e di quello che si è. A questo punto, maggiore è la conoscenza e la confidenza che il bambino ha con il proprio corpo e maggiore sarà anche la probabilità che accetti con minore indugio il fatto di cominciare a fare a meno del pannolino.


Riferimenti bilbliografici e sitografici:
D. Marcelli, "Psicopatolgia del bambino", Elsevier, 2009
http://it.wikipedia.org/wiki/Sessualit%C3%A0 
http://www.inpsico.org/2009/05/sessualita-normale-e-psicosessualita_28.html