domenica 22 maggio 2011

La collaborazione tra adulti: alleanza educatori-genitori!

Per un bambino che frequenta il nido è necessario attuare, al fine di mantenere il suo equilibrio intrapsichico, quella che viene detta la cosiddetta continuità orizzontale tra ente e famiglia. Ogni scelta presa nell'interesse del bambino, deve nascere di comune accordo tra gli adulti che se ne prendono cura e dal momento che a occuparsene sono tanto le educatrici quanto i genitori, è importante che sia portata avanti coerentemente sia in ambito familiare che in quello educativo. Affinché ciò accada sono necessari due elementi: fiducia e collaborazione. Educatori e genitori devono cercare delle vie per venirsi incontro, abbassare ogni tipo di difesa e fidarsi l'uno delle capacità e delle competenze dell'altro dando vita così ad uno spazio comunicativo il cui fulcro delle loro decisioni sia il benessere del bambino. In un percorso all'educazione sfinterica questo tipo di rapporto  è indispensabile.
L'educazione al controllo sfinterico non deve nascere solamente al nido, ma deve continuare anche a casa con i propri genitori, o viceversa se inizia entro le mura domestiche i genitori devono provvedere a informare le educatrici affinché prosegua anche al nido. è importante dunque che tra le due parti ci sia una costante informazione e una profonda collaborazione. Se così non fosse, la conquista compiuta dal bambino ancora prima di essere qualcosa di inutile, diventerebbe per il bambino stesso motivo di confusione e di destabilizzazione emotiva. Il bambino, infatti, non capirebbe perché all'asilo debba usare il vasino mentre a casa no o viceversa e vivrebbe il tutto come una terribile costrizione e frustrazione. Il passaggio dal pannolino al vasino e poi al vater, nel momento in cui viene effettuato al di là dello spazio familiare deve trovare una coerenza di modalità, gestione e tempi da parte delle figure che lo mettono in pratica. Il bambino deve avere la certezza che i suoi sforzi per una conquista così importante e impegnativa siano ripagati da più figure di riferimento.
Si rimarca ancora una volta l'importanza di cogliere il momento più opportuno per cominciare a proporre al bambino di togliere il pannolino. Se la decisione viene espressa dal bambino stesso si può provare ad assecondarla dopo averne discusso con il genitore, se la decisione invece viene espressa unicamente dal genitore e non si riscontra nel bambino la stessa volontà si deve valutare bene la situazione. L'intenzione a voler togliere il pannolino al proprio figlio deve nascere di pari passo a quella del bambino stesso, il quale mostra attraverso il suo comportamento la volontà di compiere tale passo (dopo la nanna si sveglia asciutto, desidera di voler togliere il panno in quanto gli procura fastidio, chiama l'adulto prima di fare la pipì o la cacca...). Se il genitore vuole togliere il pannolino al bambino e quest'ultimo (anche se è nell'età in cui potrebbe cominciare) non dà alcun segno al nido di voler far lo stesso, bisogna cercare di far capire al genitore che forse non è ancora il momento e che non deve in alcun modo mettere fretta al proprio figlio. Se al contrario il bambino dà tutti i segnali di voler compiere tale passo, mentre il genitore è restio nel volerlo assecondare bisognerà lavorare con quet'ultimo e indagare cautamente sui motivi che lo spingono a trattenere il proprio figlio ancora legato al pannolone. 
immagine presa da: http://digilander.libero.it/mollar/PannolinoGemelli.htm